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Thursday, October 15, 2009

Siti multilingua: una reale necessità?

Perché realizzare un sito multilingua?
Due sono i motivi fondamentali:

- immagine
- vendita

Hanno obbiettivi di immagine i siti istituzionali per cui è sufficiente una semplice traduzione dei contenuti.
Analizziamo le varie esigenze.



Generalmente, per dare un'immagine di respiro internazionale, si sceglie di riprodurre il sito almeno in inglese. Naturalmente anche la scelta della lingua dipende dagli effettivi contatti che l'azienda intrattiene con l'estero. Ci saranno dunque aziende che sceglieranno di tradurre il sito in francese, spagnolo o tedesco in aggiunta o al posto dell'inglese.

Quella di proporre molte lingue potrebbe sembrare una buona idea per ampliare le visite al sito da parte di utenti esteri. Tuttavia, oltre ad essere una scelta dispendiosa, spesso è anche superflua.
Infatti, essendo ormai universalmente riconosciuto l'inglese come lingua della rete, una traduzione in tal senso potrebbe essere sufficiente.

Il discorso cambia nel caso di obbiettivi di vendita. Innanzitutto bisogna rendere il processo d'acquisto il più semplice ed immediato possibile per l'utente. Va da sé che acquistare un prodotto nella propria lingua in qualsiasi parte del mondo ci si trovi è uno sforzo mentale molto minore che dovere comprendere in una lingua che non ci appartiene le caratteristiche del prodotto, le modalità d'acquisto, di garanzia, spedizione, recesso etc. Bisogna sempre pensare ad agevolare l'utente.

Inoltre, dietro la scelta di creare un sito multilingua, possono esserci cause sociali, economiche e legislative che spingono a commercializzare alcuni prodotti piuttosto che altri in un dato Paese.


Gli errori più comuni

Uno degli errori più comuni che si incontra nel visitare siti multilingua è l'errore di traduzione. Una regola importantissima e fondamentale è non fare mai un lavoro approssimativo. L'unica persona veramente in grado di tradurre un testo in un altro idioma è una persona madrelingua specializzata in traduzioni.

Ancora peggiore il caso in cui, oltre agli strafalcioni linguistici, un sito di commercio elettronico non preveda la spedizione della merce all'estero. Se non siamo in grado di gestire il commercio estero non illudiamo i nostri utenti stranieri offrendogli la loro lingua, ciò che vogliono è il prodotto! Non basta tradurre, vanno adattate le tasse d'import/export da Paese a Paese, i costi di spedizione, le garanzie e così via.


Conclusioni

Molti purtroppo, scelgono la strada del multilingua senza una reale necessità, il loro mercato di riferimento è prettamente nazionale ma sono convinti, sbagliando, che presentarsi con più lingue collochi l'azienda ad un livello più importante. Il principio è sbagliato e provoca solo uno spreco di energie e risorse economiche.

La realizzazione di un sito multilingua può essere, per una grande o piccola azienda, una buona opportunità di aumentare la propria visibilità e di ampliare il bacino di utenza dei propri clienti su un piano internazionale. Si tratta però di una scelta che va accuratamente calcolata in tutti suoi aspetti, dall'esposizione all'effettiva spedizione della merce o del marchio all'estero, valutando rischi, vantaggi e creando il sito multilingua giusto per le proprie esigenze. Le risorse vanno incanalate nella giusta direzione.

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Sunday, October 11, 2009

Creare efficaci percorsi di navigazione

Mentre in un testo cartaceo le parole sono fissate in uno spazio ben determinato e tutto ciò che il lettore può fare è andare avanti ed indietro con le pagine, sul web non è così.
Il vantaggio dei contenuti su Internet è che si tratta di ipertesti, testi ricchi di collegamenti ad altri testi che rendono la lettura più interattiva e più ricca di informazioni. Questo vantaggio comporta però contemporaneamente uno svantaggio. Il visitatore muovendosi da una pagina all'altra e da un link all'altro ha difficoltà a ritrovare il testo da cui era partito.
È compito del Web Content Manager trovare il modo di guidare l'utente senza obbligarlo ad un percorso, aiutarlo senza invadere la libera navigazione.
Vediamo come.



Un testo sul web non ha un inizio e non ha una fine, viene man mano costruito da una o più pagine, appartenenti ad un solo sito o ricostruito da più provenienze.

Ogni elemento che contribuisce alla stabilità di un testo di tipo tradizionale può trovare il suo corrispettivo elettronico.

I menu corrispondono grosso modo al sommario, al raggruppamento capitolare da cui si può evincere almeno parzialmente il contenuto. Avvisi, tooltips e box di dialogo possono costituire un tipo di appunto, notazione sui contenuti generali della pagina.

Titoli delle pagine e titoli dei sotto-paragrafi individuano i contenuti e tamponano la limitazione di non poter prendere appunti sul testo stesso. L’eventuale mappa del sito è certamente l’elemento guida definitivo per l’utente, corrisponde all’indice più o meno analitico del sito e la sua riconosciuta utilità diventa indispensabile nel caso di siti o portali molto articolati.

Un altro semplice strumento sono le breadcrumbs, letteralmente “molliche di pane” (con riferimento alla favola di Hansel e Gretel che per ritrovare la strada di casa si lasciavano dietro una scia di pezzetti di pane).

Le molliche di pane non servono esattamente a tornare indietro nel percorso seguito dall’utente. Costituiscono piuttosto un percorso, linkato, gerarchicamente ordinato che porta dalla home page di un sito attraverso le sottopagine fino a quella in cui ci si trova e viceversa, evidenziando e permettendo di raggiungere le tappe intermedie.

Se ad esempio ci troviamo in un sito di vendita di componenti elettroniche potremmo trovare un percorso di questo tipo:

home > informatica > stampanti > laser

Se la pagina si trova ad un livello profondo della gerarchia le molliche di pane rappresentano il modo più veloce di semplificare la navigazione.

Un altro utilissimo strumento, spesso sottovalutato è il motore di ricerca interno. Laddove anche i site map sono interminabili, i link sembrano ammassarsi l’uno sull’altro ed il povero utente sembra destinato a smarrire se stesso e la sua determinazione ecco che un piccolo campo bianco con la scritta “cerca” può dare la soluzione al problema e la felicità all’utente.
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Friday, October 9, 2009

Creare FAQ funzionali

Non tutti i siti necessitano la risposta ad una lista di possibili problematiche che l'utente può incontrare durante la navigazione quindi non tutti i siti necessitano una FAQ. La sua utilità non dipende dalla complessità del sito ma dal numero di interazioni che si hanno con l'utente.
Facciamo un'analisi.

Se il sito che state curando è un cosiddetto sito vetrina, di presentazione di un'attività, un sito personale o altro, molto probabilmente non avrete bisogno di creare una FAQ.

La necessità di una FAQ ben strutturata più facilmente si presenta durante alcuni momenti critici:

* la possibilità di richiedere supporto, aggiornamenti, assistenza pre e post vendita;
* la compilazione di un form;
* modalità di acquisto di un prodotto;
* modalità di restituzione di un prodotto non aderente alle esigenze;
* tempi per esercitare il diritto di recesso;
* modalità di garanzia;
* modalità di consegna, tempi e costi di un prodotto acquistato;
* provare a completare un ordine o un acquisto;
* garanzia del trattamento dei dati forniti.
* installazione/disinstallazione di un software

Il tempo dedicato alla stesura di una buona FAQ va investito e non sprecato. Se si è deciso di scriverla è perché serve ed è inutile quindi nasconderla in una sotto-sotto-pagina che l'utente avrà difficoltà a trovare. Mettere in evidenza la risposta alle problematiche che l'utente può incontrare testimonia l'impegno che un'azienda profonde verso i propri potenziali interlocutori e ne aumenta la stima e la fiducia da parte dei visitatori.

Generalmente una FAQ è strutturata in forma personale, come un gioco di ruolo in cui sono attivi due personaggi di cui uno fa le domande e l'altro ha il compito di rispondere.
Questa struttura richiede a chi scrive un minimo sforzo immaginativo e permette all'utente il grande vantaggio dell'immedesimazione, sia nella problematica che nella soluzione.
La domanda deve essere formulata in modo breve ed incisivo perché deve essere immediata nella lettura e nell'individuare il problema. La risposta può se necessario essere più prolissa perché deve essere rassicurante e completa senza lasciare altre possibili ombre sull'argomento trattato.

È buona convenzione, ancor più chiarificante anche per l'utente in assoluto meno esperto e ancora più in forma di colloquio diretto, iniziare le domande con "Domanda" e le risposte con "Risposta". Alternativamente sarà sufficiente un'abbreviazione:

Domanda: - Come posso ordinare?-
Risposta: - Per ordinare...-
D: - Quanto dura la garanzia?-
R: - La garanzia dura 2 anni dalla data….

Se diamo delle istruzioni al nostro utente dobbiamo spezzare le azioni da compiere in più passaggi, veri e propri step da eseguire passo per passo, che rendano più efficace la lettura e l'esecuzione. Ad ogni azione significativa deve corrispondere uno step, è sbagliato per abbreviare cercare di accorpare i passaggi perché presupponiamo già una qualche competenza da parte dell'utente.
Se possibile è opportuno accompagnare il percorso operativo con degli screenshot dell'azione svolta, delle icone o comunque una rappresentazione grafica che aiuti a visualizzare l'espressione verbale. Vedere aiuta a capire.

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Sunday, September 20, 2009

Check di un sito prima di andare online

Avere correttamente gestito i contenuti di un sito, ideato la grafica, impaginato tutto, presentato il lavoro per l'approvazione finale non basta. Prima di pubblicare un sito web è sempre opportuno effettuare dei test di cross-browsing per verificare che ciò che viene visualizzato con un browser è altrettanto riproposto con un altro. Infatti i vari browser non interpretano uniformemente i comandi codice ricevuti, ad esempio i css, col risultato che un oggetto può trovarsi in un punto diverso della pagina, o addirittura non essere visualizzato, passando da un browser ad un altro.
Con l'ultima versione di Explorer rilasciata da casa Microsoft (Explorer 8) le differenze di interpretazione fra Firefox ed Explorer sono quasi nulle, tuttavia una maggiore verifica non può che prevenire imbarazzanti malfunzionamenti.



Evidenziamo un punto molto importante: tutti i test pre-pubblicazione vanno possibilmente eseguiti online su un indirizzo privato. Soprattutto chi sta imparando e si trova da poco a districarsi fra parole e realtà come "lato client", "lato server" tenderà a fare i propri test e le verifiche sul proprio pc dimenticando che alcune funzionalità, come ad esempio i form, i guestbook, le gallerie fotografiche, tutto ciò che ha codice più complesso del semplice HTML, ha bisogno di trovarsi sul server per girare correttamente.

Bisogna tenere conto però che non sempre questi test sono sicuri al 100%. Basta infatti che sul server ospitante sia presente una versione diversa del software e come conseguenza qualcosa potrebbe non funzionare correttamente.
Per essere sicuri di ciò che si andrà a consegnare al cliente il sito va pubblicato esattamente sul server dove andrà poi a risiedere. L'ideale è non utilizzare l'indirizzo principale in modo che i "work in progress" non siano visibili al pubblico ma solo agli addetti ai lavori.

Bisogna testare tutti i link, aprire i file scaricabili, verificarne il download, la corretta apertura del file etc. Questa fase può davvero essere molto lunga se il sito è denso e ricco di sottolivelli ma bisogna procedere in maniera sistematica pagina per pagina.
Oggi sono disponibili una vasta gamma di software che seguono tutti i link del nostro URL e scoprono se ci sono collegamenti interrotti. In genere alla fine viene creato un rapporto dettagliato in cui sono riportati tutti gli errori e tutte le pagine in cui questi errori sono presenti.

È fondamentale naturalmente testare anche il funzionamento dei form, verificare tutti gli indirizzi e-mail associati, controllare che le e-mail giungano effettivamente a destinazione, controllare che non ci siano problemi nell'uso di newsletter, mailing list, forum e a tutte le funzionalità che avrete implementato dalla più semplice alla più complessa.

Particolarmente importante se si tratta di un sito e-commerce è il controllo sul carrello. Controllare che il software gestisca più prodotti diversi, più quantità di uno stesso prodotto, che sommi correttamente i costi, che calcoli correttamente pesi e trasporto, che non si blocchi tutto nel passaggio da una lingua ad un'altra.

Se il sito ha un back-office anche quello va accuratamente controllato. Non bisogna infatti tenere conto solo dell'utente che fruirà il sito come visitatore ma anche del nostro cliente utilizzatore. Se testassimo tutto il front-office ignorando il back office dopo nemmeno un giorno dalla consegna al cliente ci ritroveremmo sommersi da telefonate su piccoli bug, malfunzionamenti e quant'altro.

Con un accurato testing le telefonate di protesta o di richiesta correzioni varie perverranno ugualmente ma in misura certamente inferiore.
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Monday, September 7, 2009

Il mestiere del web content: scrivere contenuti sconosciuti.

Sono rari i casi in cui un cliente che desidera proporre on line la propria attività fornisca tutti i testi per i contenuti del sito web che il Content Manager (CM) deve organizzare. Quasi sempre il cliente affida al CM stesso la stesura dei testi per il web, a volte fornendogli tutto quanto il materiale promozionale prodotto fin lì dalla sua azienda, altre volte senza alcun supporto testuale.
Il CM, per quanto eclettico possa essere e per quanti interessi possa coltivare, non è onnisciente e non può avere una conoscenza dei contenuti più adatti ad ogni settore. La più preziosa fonte di informazioni è proprio il cliente che nel sito vuole rappresentare se stesso e la sua attività.

I contenuti di un sito tanto più funzionano se sono “caldi”, personali e personalizzanti. Il nostro cliente è un essere umano e il suo, e dunque il nostro, target è altrettanto composto da esseri umani. Se con i contenuti del sito riusciremo ad esprimere, attraverso un mezzo meccanico quale è il computer, la personalità viva del nostro cliente avremo raggiunto un risultato e allargato la visibilità del sito stesso.

Dobbiamo inoltre tener presente che ogni settore di attività ha il proprio gergo, il linguaggio specifico, la terminologia che lo contraddistingue.

Evitando al massimo gli eccessivi “tecnicismi” sicuramente non potremo parlare ad un target costituito ad esempio da medici allo stesso modo di come ci rivolgeremmo a degli economisti, a dei grafici o a dei bambini.

Utilizzando un linguaggio appropriato faremo riconoscere il nostro cliente come parte di un gruppo ben specifico, di una comunità. Il CM probabilmente non fa a sua volta parte di quella stessa comunità ma dovrà logicamente adattarsi e “calarsi nel personaggio”, impersonare il suo cliente.
Dietro specifica richiesta il cliente fornirà tutto il materiale promozionale, cartaceo e non, proposto nel corso del tempo dalla sua azienda. Generalmente:

* brochure
* pieghevoli promozionali
* cd-rom (più raramente).

Questi saranno per il CM un buon punto di partenza con cui farsi un’idea dell’attività e del settore in cui il suo cliente si muove.
Alla fine il CM avrà già la possibilità di stilare una schematizzazione delle varie sezioni del sito da realizzare nonché una scaletta dei contenuti. Sarà giunto il momento di fare una prima ricerca su Internet, aggiornarsi sui temi specifici studiare la concorrenza. Analizzare i contenuti della concorrenza riveste una duplice utilità:

1. trovare spunti su quella data attività e risvolti a cui magari non avevamo pensato;
2. addentrarci nella terminologia specifica “assorbendo” un po’ del linguaggio tecnico.

Il CM potrà così rivisitare il materiale ordinato del cliente e vederlo sotto nuova luce e nuove possibilità.
Il cliente raramente ne è consapevole ma nessuno meglio di lui può parlare di se stesso e della sua attività, è in possesso di conoscenze tecniche specifiche della proprio lavoro che sono insostituibili. Vediamo allora nello specifico una check list di domande da porre al cliente in modo da ottenere da lui preziose informazioni.

SETTORE ATTIVITA’
Attività artistica, commerciale, no profit etc.

PRESENTAZIONE DELL’ATTIVITA’ (fin lì svolta)
* Breve storia dell’attività e suo sviluppo nel tempo
* Rapporti esterni (collegamenti dell’impresa con altre società o gruppi se si tratta di un’attività di tipo commerciale, con gruppi promozionali se si tratta di un’attività artistica, con le istituzioni per le associazioni no profit)
* Passate collaborazioni
* Scopi prefissati
* Obbiettivi conseguiti fino a quel momento
* Prodotti risultanti dall’attività (prodotti merceologici, esperienze artistiche, libri, poesie, testi musicali, servizi etc.)
* Tecnologie adoperate nello svolgimento dell’attività.
* Dove si svolge principalmente l’attività (area locale, nazionale, estera)
* Competenze specifiche
* Cosa offre
* Esempi di precedenti esperienze nell’ambito
* A chi si rivolge (target)
* Punti di forza e di debolezza

CONCORRENZA (locale, nazionale, estera)
* Chi considera come suoi diretti concorrenti (nomi di almeno tre o quattro concorrenti)?
* Quali sono altri possibili concorrenti (almeno altri tre o quattro nomi)?
* Breve valutazione dei punti di forza e di debolezza dei maggiori concorrenti.
* Quali sono secondo lui le differenze fra lui e i suoi concorrenti?

AUTOPROMOZIONE
* Svolge azioni promozionali della propria attività?
* Se sì, di che tipo (mezzi veicolanti: stampa, televisione, radio, Internet, affissioni, fiere, convegni, passaparola etc.)?
* Se no, perché?
* Mantiene contatti con il target già raggiunto?

Più specificatamente per le attività di tipo commerciale:

* Quali tipologie dei prodotti propone sul mercato?
* Quali le caratteristiche specifiche del prodotto?
* Che tipo di fabbisogno copre?
* Qual è il ciclo produttivo?
* Qual è l’età media degli impianti?
* Dov’è ubicato lo stabilimento?
* Che tipo di lavorazione segue?
* Qual è la capacità produttiva?
* Qual è la forza lavoro occupata?
* Quali sono i maggiori fornitori?
* Che numero di articoli ha in catalogo?
* Quali servizi pre e post-vendita offre?

Naturalmente non tutte queste domande vi serviranno contemporaneamente ma tutte serviranno a costruire la persona, l’identità. La fonte più preziosa per i contenuti di un testo web èproprio il cliente. Nessuno meglio di lui può sapere cosa fa e cosa vuole ottenere. Il CM deve mettere al servizio la sua competenza per la stesura di testi che si adattino alle regole del web e certamente il compito più difficile che ha è cambiare pelle ed interpretare di volta in volta clienti e pubblico diversi.
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Monday, August 31, 2009

Personalizzazione = fidelizzazione

Si fa sempre più strada la scelta di offrire ai propri utenti la personalizzazione della home page. Il sito personalizzato assume un aspetto più amichevole, più vicino alle proprie esigenze.
Fornendo informazioni minime come nome ed indirizzo e-mail ciò che si ottiene è di entrare a far parte di una community, usufruendo di un trattamento speciale rispetto all'utente anonimo. Gli utenti trarranno certamente soddisfazione nell'essere riconosciuti, alla prossima visita, dal sistema che ricorderà ad esempio gli ultimi articoli letti, segnalerà quelli ancora da leggere, permetterà di salvare liste personali di oggetti da acquistare o da monitorare.



L’utilizzo di un form di registrazione si è ormai radicato, specialmente per forum e siti di e-commerce, al fine di fidelizzare i frequentatori e renderli abituali piuttosto che occasionali.

Il tutto funziona un po’ come un nuovo incontro: tu ed io non ci conosciamo, tu mi mostri cosa puoi offrire, io ti dico qualcosa di me. È uno scambio reciproco che potrà trasformare quest’incontro in un rapporto di amicizia, informazione, fiducia d’acquisto e quant’altro.

Il login nell'e-commerce

Il login porta estremi vantaggi ad entrambe le parti in causa, specialmente nel caso di un sito di commercio elettronico.
Una volta che l’utente avrà visto come il sito effettivamente risponde alle sue esigenze, gli permette di effettuare ordini, di vedere altri articoli correlati rispetto all’acquisto che ha fatto, di seguire lo stato del proprio ordine, di ottenere sconti in base ai periodi, alle offerte o alle quantità che acquista, quell’utente sarà un utente fidelizzato. L’utente è fondamentalmente pigro e non avrà voglia di girare ancora Internet, registrarsi altrove, farsi nuovamente conoscere, pagare anche solo inizialmente un prezzo più alto per lo stesso articolo.

Da parte sua chi vende online avrà certe garanzie, dopo i primi acquisti saprà che quel cliente paga con regolarità, che può migliorare la propria offerta verso di lui, soddisfarlo meglio ed ottenerne profitto.


Home personalizzata per i motori di ricerca

La personalizzazione delle pagine rende un sito più amichevole, il sito stesso diventa come uno strumento personale in cui l’utente investe tempo, scegliendo colori, aspetto, contenuti. Permettendo al visitatore abituale di configurare la propria pagina iniziale lo si rende partecipe della costruzione dell’interfaccia web. Naturalmente i contenuti messi a disposizione non sono casuali. Viene offerto un range di categorie come informazione, affari, tecnologia, divertimento e, perché no, cinema e shopping. Così, in maniera non invasiva, si riescono a raccogliere preziose informazioni su gusti personali, scelte ed abitudini. Da parte nostra noi naviganti saremo contenti di poter scegliere.

I motori di ricerca hanno grande interesse a capire le esigenze ed i gusti dei naviganti perché questo permette loro di offrire poi alle aziende campagne pubblicitarie su web mirate. Allo stesso modo determinate scelte degli utenti permettono ai motori di ricerca di offrire loro esattamente i prodotti o le informazioni di cui hanno bisogno. Si tratta certamente di un vantaggio ad ampio raggio che coinvolge chi offre un prodotto o servizio, chi lo ricerca o lo richiede e il motore di ricerca che fa da intermediario ed acquisendo credibilità acquisisce clienti.
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Monday, August 24, 2009

Lettori o utenti?

Spesso chi naviga su Internet è alla ricerca di informazioni su un qualche preciso argomento. Due sono i rischi cui si va incontro: perdersi in un mare di informazioni prolisse o non trovare che semplici abbozzi di informazione. L'obiettivo per il Content Manager è trovare un punto di equilibrio nei contenuti al fine di essere utile sia all'utente, che necessita di informazioni, che al lettore, desideroso di approfondimenti. In questo articolo studieremo l'organizzazione dei contenuti per un portale tematico operando una distinzione fra portali informativi, tematici o personali e fra navigatori casuali, lettori o utenti.

Vediamo alcune delle configurazioni riscontrabili.



Per primo abbiamo il portale informativo. In genere si tratta di una vera e propria testata on line che contenga articoli su diverse categorie di contenuti. Questi vengono organizzati per macro aree tematiche che includono poi gli articoli sugli specifici argomenti.
Si veda a titolo dimostrativo il portale della testata giornalistica nazionale La Repubblica e la suddivisione interna in Repubblica Economia, Sport, Tecnologia & Scienze etc.

Abbiamo poi i portali tematici. Questi puntano un argomento centrale su cui vengono proposti vari articoli che servono a sviscerare i diversi aspetti dello stesso. Data la mole molto minore di dati questi portali sono i più comuni e sono quelli su cui ci soffermeremo.

Abbiamo infine le pagine personali. Chi commissiona il sito in questi casi crea una presentazione di sé stesso e sovente presenta anche alcuni suoi interessi ed attività, fornendo ricche spiegazioni e ricoprendo un certo interesse informativo. In questo caso la mole informativa è ancora minore perché generata da una sola persona e non da una comunità.


Tipologie di navigatori: casuali, lettori o utenti

Chi visita un sito di informazione può darsi stia cercando notizie su un qualche argomento in particolare, o che abbia già qualche idea sull'argomento su cui sta cercando approfondimenti, o infine che sia capitato lì per caso e che qualche titolo lo abbia colpito spingendolo a soffermarsi.

Il navigatore utente, il lettore e il casuale, hanno certamente un elemento comune agli occhi del Content Manager (CM): tutti e tre, come in realtà qualsiasi altro possibile tipo di navigatore, devono essere messi in condizione di avere una idea immediata dei contenuti di un sito sin dal primo sguardo.

Un buon portale tematico deve:

* far comprendere subito l'argomento portante
* costruire un indice
* dare informazioni rapide
* permettere ulteriori approfondimenti

Diventa fondamentale per il CM definire subito l'argomento. In suo aiuto può venire la grafica, opportunamente studiata e congrua con il topic, oltre ad una accurata scelta del nome del dominio.
Identificato il tema principale bisogna ordinare i materiali secondo i vari possibili sottoargomenti e creare un indice che renda possibile al navigante orientarsi con facilità.

I raggruppamenti devono avere attinenza fra loro e non è detto che ci si debba fermare ad un solo sottolivello. Un'accurata organizzazione in livelli e sottolivelli eviterà la presenza di testi troppo lunghi che potrebbero stancare chi legge. Oltre a una buona scelta dei nomi per le categorie dei sottoargomenti può essere utile associare al titolo una brevissima descrizione, massimo due righe, sui contenuti. L'utente farà così una prima cernita di ciò che gli sembra più interessante.
Il breve testo esplicativo dovrà essere pensato per assolvere un duplice scopo: il primo è, come si è detto, dare una informazione flash sui contenuti, l'altro è incuriosire il navigatore “utente” per trasformarlo in un navigatore “lettore”.

È ovvio che un portale di informazioni è tanto più utile quanto più effettivamente i navigatori lo percepiscono tale in base ai contenuti che trovano. Se il navigatore “utente” di passaggio, frettoloso, troverà subito ciò che cerca potrà; essere incuriosito da aspetti secondari alla sua ricerca e su cui magari non aveva in un primo momento riflettuto. Senza accorgersene si trasformerà così in “lettore” poiché i testi richiamano sempre gli uni agli altri o comunque approfondiscono aspetti diversi.
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Sunday, August 16, 2009

La ramificazione del sito web

Le regole da seguire per far bene sono poche: orientarsi rispetto al target, distinguere i contenuti fondamentali da quelli superflui, essere informativi e sintetici. Sembra ovvio ma non è così.
Lo screening completo delle informazioni in suo possesso permette al Content Manager di avere un'idea generale delle attività del committente, scopi, procedure, target. A questa prima fase si fa seguire un briefing con il cliente per determinare il suo punto di vista sugli stessi argomenti.
Identificati i punti cardine dei materiali inizia il lavoro vero e proprio di analisi e organizzazione.



In generale, chi commissiona un sito ha quasi sempre un duplice obbiettivo:

* presentare se stesso e la propria attività nel miglior modo possibile;
* offrire un servizio (informativo o di vendita).

Il Web Content Manager ha il compito di organizzare i materiali e fornire dei contenuti che siano contemporaneamente in linea con le aspettative di chi si presenta su Internet e di chi naviga la rete con un obbiettivo.
Immaginiamo metaforicamente un sito come un albero e le sue sezioni come dei rami. Il CM riordina i dati in suo possesso secondo uno schema rappresentativo di quest'albero in modo da avere più facilmente idea di cosa vada messo dove, se ci sono materiali in più o se manca qualcosa di fondamentale. Davanti alle tante informazioni che riceve il CM deve scegliere cosa dire, accorpando informazioni frammentarie, organizzando i rami.


Contenuti fondamentali

La presentazione dell'azienda è fondamentale in un sito web. Il navigatore non ha un interlocutore diretto, una persona. L'assenza di un testo informativo sull'azienda potrebbe causare un deficit nella fiducia e nella credibilità del sito stesso.

Nella descrizione si devono sempre includere alcuni elementi identificabili delle care vecchie 5 W del giornalismo tradizionale, con un minimo di adattamento al nuovo mezzo a partire dall'ordine di importanza delle informazioni.

* Chi (Who) è l'azienda, se è identificabile nella figura di una sola persona con dei collaboratori o se si tratta di un gruppo di soci.
* Cosa fa (What), qual è il settore di cui si occupa, a chi si rivolge.
* Perché (Why) ha scelto quel settore, qual'è l'obbiettivo che si pone nei confronti dei clienti, la mission aziendale, ciò in cui chi lavora in quell'azienda crede.
* Dove (Where), indirizzo fisico e indirizzo telematico.

Se si tratta di un'azienda storica indicare il quando (When) l'azienda ha iniziato la sua attività, a testimonianza della competenza accumulata nel settore.

Infine, per attività di vendita on line, va aggiunto il Come (How). Chi vuole comprare qualcosa cercherà garanzie sul prodotto, informazioni sulla transazione, cosa fare per essere eventualmente rimborsati per merce difettosa o danneggiata. Bastano poche righe per essere esaurienti.


Rami vivi del sito

Suddividere i prodotti in macrocategorie è opportuno per non confondere il visitatore e per consentirgli una ricerca più funzionale ed un ritrovamento più rapido.

Per velocizzare la ricerca è utile, oltre ad una scrupolosa analisi funzionale delle categorie e sottocategorie, affiancare ai contenuti un buon motore di ricerca interno.

Il CM si occupa di trovare la suddivisione più funzionale e di fornire al reparto tecnico i criteri per le chiavi di ricerca più utili.

Uno sterile lungo elenco non attrae l'utente che si confonde, non trova ciò che cerca e chiude la finestra. D'altra parte troppe categorie con pochi prodotti fanno perdere di vista ciò che si cerca e l'utente chiude ancora una volta la finestra.
Molto meglio creare un numero limitato di macrocategorie, fra 6 e 10, e prevedere eventualmente delle sottocategorie più specifiche all'interno di quelle principali.

Non bisogna avere paura di potare i rami e dire troppo poco. Si deve offrire una informazione corretta e completa orientata alle esigenze dell'utente, offrendogli la possibilità di sapere di più solo dopo avere ricevuto le informazioni di base, senza cui resterebbe confuso e insoddisfatto.
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