Wednesday, August 5, 2009

Immagine coordinata base. Carta parlante

Con questo nuovo articolo vedremo da cosa è costituito un set istituzionale di base, quali sono i contenuti tipici, i programmi più usati per la loro realizzazione e qualche accorgimento tecnico.
Il set istituzionale di base è comunemente costituito da tre elementi:
- Biglietto da visita
- Carta intestata
- Busta
Come spesso accade in poco spazio bisogna dare il maggior numero di informazioni possibili alla persona che riceverà ad esempio il biglietto. La carta intestata deve risultare leggibile e riconoscibile anche se inviata a mezzo fax e la busta non deve risultare anonima. Questo articolo si propone come un piccolo tutorial per creare un set adeguato sotto ogni aspetto.

Biglietto da visita

Un biglietto da visita, se ben realizzato, può essere un potente strumento di marketing. Innanzitutto deve essere distintivo dell'azienda, non eccentrico ma neanche troppo anonimo altrimenti corre il rischio di essere utilizzato come foglietto per gli appunti da chi in quel momento non si trova sotto mano nient'altro su chi scrivere.

Il biglietto da visita deve catturare l'attenzione, avere dei contenuti e lasciare non solo una memoria visiva a chi lo riceve ma anche evocare delle sensazioni tattili. Dove mancherà così la memoria informativa sull'azienda potrà forse la memoria tattile corporea suggerire un ricordo e dunque la presenza di quel biglietto. parte integrante della realizzazione di una biglietto da visita multisensoriale è dunque la scelta della carta.

La grafica, per quanto possibile, deve essere orientata all'attività, deve lo stile che più avvalora l'immagine che l'azienda vuole dare di sé e della propria attività. I colori istituzionali se sono già stati definiti vanno sempre rispettati.

Il corpo dei font non deve essere troppo piccolo o illeggibile. Sembra ovvio ma ricordiamo che chi riceve il nostro biglietto da visita deve leggerlo e non deve sforzarsi eccessivamente per farlo. E' nel nostro interesse che usi il nostro biglietto per trovarci!

Può essere utile, magari nel retro del biglietto, inserire un pay-off, una frase d'effetto, incisiva che racchiuda una informazione utile a chi legge, che gli faccia capire che siamo veramente bravi in qualcosa più degli altri, la nostra filosofia aziendale o un servizio particolare che offriamo.

Se la particolarità del biglietto da visita è fornire tante informazioni in un limitato spazio vitale la carta intestata deve rispondere alle stesse leggi, mettendo però in conto che dovrà essere utilizzata per molte più funzioni.

Busta e Carta intestata

La carta intestata serve sia per le comunicazioni fra aziende che per quelle verso i clienti, per contratti, fatture, fax e deve sempre essere leggibile in ogni sua parte. Per questo motivo, nel processo di creazione se ne prevede una versione alternativa ad esclusivo uso fax, certamente il mezzo che a volte mette più a dura prova la grafica che fa uso di sfumature e colori chiari.

Logico complemento della carta intestata è infine la busta. Una busta anonima, bianca, senza il logo dell'azienda rischia di essere ignorata, dimenticata. Non bisogna comunque cedere agli opposti e realizzare delle buste eccessivamente colorate o che comunque non comunichino la propria provenienza, si rischierebbe infatti di essere cestinati come posta spazzatura.

Accorgimenti tecnici

Grammatura e dimensioni – La grammatura è un elemento importante perché influisce sulla resistenza del prodotto e sulla gradevolezza della consistenza. Un biglietto da visita dovrebbe essere almeno stampato su carta da 200 gr/mq mentre la carta intestata normalmente è intorno ai 100/110 gr/mq.Per le dimensioni di solito si usano:

* Biglietto da visita: 85x55 mm
* Carta intestata: 210x297 mm (A4)
* Busta italiana: 230x110 mm
* Busta americana: 220x110 mm

Tuttavia quelle del biglietto da visita possono subire delle piccole variazioni ad esempio 90x54 mm o 90x57 mm. Le dimensioni della carta intestata invece sono praticamente vincolate al formato A4.

Colore - Sarebbe bene concepire come prima idea qualsiasi elemento distintivo istituzionale in bianco e nero e solo in seguito aggiungere il colore aziendale cercandolo nella lista ufficiale dei colori Pantone.

La scelta di un Pantone dalla mazzetta colori vo permetterà di avere almeno un'idea approssimativa del risultato finale. Il sistema di stampa tipografica infatti non segue le regole della stampa ad inchiostri, dosando le quantità CMYK (abbreviazione di Cyan-Magenta-Yellow-Black) come le stampanti casalinghe e la scelta di un colore Pantone può dare almeno una minima sicurezza sui risultati.

Formato - Si dovrebbe sempre dare alla stampa un file di formato vettoriale non compresso, ad esempio in EPS. Questo serve ad evitare che nel processo di compressione si perdano dati colore, bordi e compaiano antiestetiche macchie o, peggio ancora, il testo risulti sfocato.

La risoluzione, specialmente se usate un formato differente, non dovrebbe essere mai sotto i 300 dpi.

Con il formato EPS, essendo questo un formato vettoriale il problema comunque non si pone tranne che per le immagini importate nel file ma che nascono originariamente in altri formati, in tale caso bisogna assicurarsi che la risoluzione si adeguata.

Curve e abbondanze - Prima di salvare gli esecutivi si deve trasformare tutto il testo in oggetti grafici e lasciare sui bordi quelle che tecnicamente si chiamano abbondanze.

La trasformazione del testo in oggetto formato da curve permette al file di non dipendere dai font eventualmente installati o meno sulla macchina della tipografia. Eviterete sicuramente problemi di riconoscimento font durante la stampa tipografica.
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